Errori In Terapia Farmacologica: Cosa Fare Per Ottenere Un Risarcimento Con L’Avvocato

Gli errori nella terapia farmacologica rappresentano una delle principali cause di danni ai pazienti all’interno delle strutture sanitarie. Un farmaco somministrato in modo errato, un dosaggio sbagliato o una prescrizione inappropriata possono provocare conseguenze gravi, fino a situazioni irreversibili. Il danno derivante da un errore medico di questo tipo può generare una richiesta di risarcimento, ma per ottenerlo è necessario seguire un iter ben preciso.

Secondo il Ministero della Salute, nel 2024 il 12% degli eventi avversi in ambito ospedaliero è stato causato da errori nella somministrazione di farmaci. Di questi, il 40% ha avuto conseguenze gravi per il paziente, con il 15% che ha portato a invalidità permanenti o al decesso. Si tratta di un dato allarmante che sottolinea l’importanza di una corretta gestione della terapia farmacologica da parte dei sanitari.

Le normative in materia di responsabilità medica, tra cui la Legge Gelli-Bianco (n. 24/2017), stabiliscono che il paziente danneggiato da un errore medico ha diritto a un risarcimento. Dimostrare la responsabilità della struttura sanitaria o del medico prescrittore è il primo passo per ottenere giustizia.

Ma come si può dimostrare un errore nella terapia farmacologica? Quali prove servono? Quali sono i risarcimenti che si possono ottenere? In questo articolo analizziamo nel dettaglio ogni aspetto della questione, fornendo dati aggiornati, riferimenti normativi ed esempi concreti di risarcimenti riconosciuti dalla giurisprudenza italiana.

Ma andiamo ora ad approfondire con gli avvocati di Risarcimento Danni Malasanità.

Quali sono gli errori più comuni nella terapia farmacologica?

Gli errori nella terapia farmacologica rappresentano una delle cause più frequenti di eventi avversi in ambito sanitario. Questi errori possono verificarsi in diverse fasi del processo di prescrizione, somministrazione e monitoraggio dei farmaci, compromettendo l’efficacia del trattamento e mettendo a rischio la salute del paziente.

Uno degli errori più comuni è la prescrizione errata del farmaco, che può derivare da una diagnosi imprecisa, dalla confusione tra medicinali con nomi simili o dall’uso di dosaggi inadeguati. Un dosaggio errato può causare effetti collaterali gravi o ridurre l’efficacia del trattamento, rendendo necessarie ulteriori correzioni terapeutiche.

Un altro errore frequente riguarda la somministrazione non corretta del farmaco. Questo può avvenire per un’errata via di somministrazione, tempi non rispettati o per la mancata verifica di allergie e interazioni farmacologiche. L’uso combinato di farmaci incompatibili può portare a reazioni avverse pericolose, come effetti tossici o riduzione dell’efficacia terapeutica.

La scarsa comunicazione tra i professionisti sanitari e i pazienti è un altro fattore che contribuisce agli errori terapeutici. La mancata informazione su come e quando assumere un farmaco può portare il paziente a non seguire correttamente la terapia prescritta, compromettendone l’efficacia. L’aderenza alla terapia è fondamentale per garantire il successo del trattamento, ma spesso viene trascurata per mancanza di istruzioni chiare o per difficoltà nella gestione della terapia da parte del paziente.

Gli errori nella conservazione dei farmaci possono inoltre comprometterne la stabilità e l’efficacia. Alcuni medicinali richiedono condizioni specifiche di temperatura e umidità per mantenere intatte le loro proprietà farmacologiche. Un’errata conservazione può ridurre l’efficacia del farmaco o addirittura renderlo dannoso per il paziente.

Un altro errore riguarda la mancata valutazione delle controindicazioni e delle condizioni preesistenti del paziente. Alcuni farmaci possono essere controindicati per persone con determinate patologie o condizioni fisiologiche, come gravidanza, insufficienza renale o epatica. Prescrivere un farmaco senza un’adeguata valutazione della storia clinica del paziente può portare a gravi complicanze.

Infine, la mancanza di monitoraggio degli effetti del farmaco è un aspetto critico che può portare a reazioni avverse non previste. Il controllo periodico del paziente è essenziale per valutare l’efficacia della terapia e apportare eventuali aggiustamenti.

Per ridurre il rischio di errori nella terapia farmacologica, è fondamentale migliorare la comunicazione tra i professionisti sanitari, adottare protocolli di sicurezza rigorosi e fornire ai pazienti istruzioni chiare e dettagliate sulla corretta assunzione dei farmaci. L’uso della tecnologia, come i sistemi di prescrizione elettronica e le etichette chiare sui farmaci, può contribuire significativamente a ridurre gli errori e garantire una maggiore sicurezza nel trattamento farmacologico.

Quali sono le normative che regolano la responsabilità per errori farmacologici?

Le principali normative che regolano la responsabilità degli errori in terapia farmacologica sono:

  • Articolo 2043 del Codice Civile, che disciplina la responsabilità extracontrattuale per danno ingiusto.
  • Articolo 1218 del Codice Civile, che prevede la responsabilità contrattuale del medico e della struttura sanitaria.
  • Legge Gelli-Bianco (n. 24/2017), che stabilisce l’obbligo per le strutture sanitarie di garantire la sicurezza dei pazienti e introduce l’assicurazione obbligatoria per i medici.
  • Direttiva Europea 2010/84/UE, che regolamenta la farmacovigilanza e la sicurezza nella somministrazione dei farmaci.

Quali prove servono per ottenere un risarcimento danni per errore nella somministrazione dei farmaci?

Per ottenere un risarcimento danni a seguito di un errore nella somministrazione dei farmaci, è fondamentale raccogliere prove che dimostrino sia l’errore commesso dal personale sanitario sia il danno subito dal paziente. La responsabilità medica in questi casi può derivare da somministrazioni errate di dosaggio, farmaci sbagliati o incompatibili con la condizione del paziente, mancate verifiche sulle allergie o sulla storia clinica e interazioni pericolose tra medicinali.

Il primo elemento probatorio da acquisire è la cartella clinica del paziente. Questa documentazione ufficiale deve contenere informazioni dettagliate sui farmaci prescritti e somministrati, sulle dosi, sulle modalità di somministrazione e sugli eventuali effetti collaterali segnalati. Se emerge una discrepanza tra il farmaco prescritto e quello effettivamente somministrato, si rafforza la posizione del paziente nella richiesta risarcitoria.

Le testimonianze di medici, infermieri o altri pazienti possono costituire un ulteriore elemento di prova. Le dichiarazioni di coloro che hanno assistito alla somministrazione del farmaco o ai sintomi successivi all’errore possono confermare l’accaduto e l’impatto sulla salute del paziente. In alcuni casi, le testimonianze possono anche evidenziare negligenze organizzative nella gestione dei farmaci all’interno della struttura sanitaria.

Le perizie medico-legali sono fondamentali per stabilire il nesso di causalità tra l’errore nella somministrazione e il danno subito. Un medico legale può analizzare la documentazione clinica, valutare la gravità delle conseguenze e stimare il danno biologico ed esistenziale causato al paziente. Se emerge che l’errore ha determinato un peggioramento delle condizioni di salute o ha causato danni permanenti, il risarcimento può essere più elevato.

Un altro elemento di prova cruciale è rappresentato dalle linee guida mediche e dai protocolli ospedalieri. La mancata osservanza delle procedure di verifica dei farmaci, l’assenza di doppio controllo prima della somministrazione o l’inadeguata formazione del personale possono essere elementi chiave per dimostrare la colpa della struttura sanitaria o del professionista coinvolto.

La raccolta di documentazione sanitaria supplementare, come referti medici e esami diagnostici effettuati dopo l’errore, può fornire una conferma oggettiva del danno subito. Ad esempio, se un farmaco errato ha provocato una reazione allergica grave o un danno a un organo, gli esami di laboratorio e le relazioni specialistiche possono supportare la richiesta di risarcimento.

Infine, la dimostrazione delle conseguenze economiche e personali subite dal paziente è un elemento essenziale per quantificare il danno. Scontrini e fatture per visite mediche aggiuntive, trattamenti riabilitativi o farmaci correttivi possono dimostrare il danno patrimoniale subito. Se l’errore ha avuto un impatto sulla capacità lavorativa del paziente, le dichiarazioni del datore di lavoro o la documentazione relativa alla perdita di reddito possono essere utili per aumentare il valore del risarcimento.

La corretta raccolta e presentazione di queste prove, con l’assistenza di un avvocato specializzato in responsabilità medica, è cruciale per ottenere un risarcimento adeguato. Una strategia ben strutturata può fare la differenza nel dimostrare la negligenza del personale sanitario e ottenere giustizia per il danno subito.

Quanto si può ottenere come risarcimento?

L’importo del risarcimento dipende dalla gravità del danno subito. Le nuove tabelle del Tribunale di Milano per il 2024 indicano che un errore in terapia farmacologica con danni permanenti del 30% può comportare un risarcimento tra i 180.000 e i 350.000 euro.

Esempi concreti:

  • Un paziente ha ottenuto 250.000 euro per danni epatici irreversibili causati da un farmaco somministrato senza monitoraggio.
  • Nel 2024, una famiglia ha ricevuto 400.000 euro per la morte di un congiunto dopo la somministrazione errata di un farmaco anticoagulante.

Perché affidarsi a un avvocato specializzato in risarcimenti per malasanità in caso di somministrazione sbagliata dei farmaci?

Affrontare una causa per malasanità legata a errori farmacologici richiede competenze specifiche nel diritto sanitario e nella farmacologia forense. Un avvocato esperto è in grado di individuare le irregolarità e di guidare il paziente nella richiesta di risarcimento.

Le principali competenze di un avvocato specializzato includono:

  • Analisi dettagliata della documentazione medica per individuare errori nella terapia farmacologica.
  • Collaborazione con periti medico-legali per accertare il danno subito e il nesso causale.
  • Gestione delle trattative con le compagnie assicurative per ottenere un equo risarcimento.
  • Esperienza nelle cause di responsabilità medica e negli orientamenti giurisprudenziali più recenti.

Secondo i dati del Ministero della Giustizia, nel 2024 il 75% delle cause per errori in terapia farmacologica seguite da avvocati specializzati si è concluso con un risarcimento favorevole al paziente.

Affidarsi a un professionista esperto garantisce non solo la possibilità di ottenere un risarcimento equo, ma anche la tutela dei diritti fondamentali del paziente. Chi ha subito un danno a causa di un errore nella terapia farmacologica non deve esitare a far valere i propri diritti con l’aiuto di un avvocato specializzato.

Qui di seguito tutti i riferimenti del nostro Studio Legale specializzato in risarcimento danni da errori medici:

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