La parestesia del labbro è una condizione che può insorgere a seguito di un intervento odontoiatrico mal eseguito, di un impianto dentale errato o di un’estrazione traumatica. Si tratta di una perdita parziale o totale della sensibilità del labbro inferiore, spesso accompagnata da formicolii o dolore persistente. Questa condizione può avere un impatto significativo sulla qualità della vita del paziente, interferendo con la capacità di parlare, mangiare e svolgere normali attività quotidiane.
Secondo le statistiche dell’Associazione Italiana di Odontoiatria Legale, nel 2024 circa il 15% delle richieste di risarcimento per danni odontoiatrici riguardava casi di parestesia permanente del labbro inferiore. Tra le cause più frequenti troviamo la lesione del nervo alveolare inferiore durante interventi di implantologia, estrazioni dentarie mal eseguite o errori anestesiologici.
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Dal punto di vista giuridico, la responsabilità del dentista si configura quando viene dimostrato che la parestesia è il risultato di una condotta negligente o imperita. Il Codice Civile italiano, all’art. 2236, stabilisce che il professionista sanitario è responsabile quando non opera con la dovuta diligenza e perizia. Inoltre, la Legge Gelli-Bianco (n. 24/2017) ha introdotto regole più stringenti per la responsabilità medica, garantendo maggiori tutele ai pazienti danneggiati.
Ma cosa può fare un paziente se subisce un danno di questo tipo? Quali sono i passi necessari per ottenere un risarcimento? In questo articolo analizziamo nel dettaglio il tema della parestesia del labbro, i diritti dei pazienti e le procedure per ottenere un indennizzo equo.
Ma andiamo ora ad approfondire con gli avvocati di Risarcimento Danni Malasanità.
Quali sono le cause principali della parestesia del labbro?
La parestesia del labbro è una condizione caratterizzata da una sensazione anomala di formicolio, intorpidimento o alterata percezione nella regione labiale. Può manifestarsi in modo temporaneo o permanente, a seconda delle cause sottostanti. Identificare le origini del disturbo è fondamentale per stabilire il trattamento più adeguato e prevenire eventuali complicazioni.
Una delle cause più comuni della parestesia del labbro è legata a procedure odontoiatriche invasive, come l’estrazione di denti del giudizio inferiori o interventi di implantologia. In questi casi, il nervo alveolare inferiore o il nervo mentoniero possono subire compressioni o lesioni, determinando una perdita temporanea o prolungata della sensibilità.
Anche traumi facciali, come fratture mandibolari o contusioni nella regione periorale, possono provocare danni ai nervi responsabili della sensibilità del labbro. Le lesioni nervose derivanti da incidenti possono richiedere tempi di recupero variabili e, in alcuni casi, possono essere irreversibili.
Un’altra possibile causa è rappresentata dalle neuropatie periferiche, condizioni patologiche che colpiscono i nervi a seguito di malattie sistemiche come il diabete mellito. L’iperglicemia cronica può infatti danneggiare le fibre nervose, provocando parestesie non solo alle estremità, ma anche nella zona facciale.
Le infezioni virali, in particolare l’herpes zoster, possono influenzare la sensibilità del labbro attraverso l’interessamento dei nervi trigeminali. L’insorgenza di parestesia può essere accompagnata da eruzioni cutanee dolorose e, nei casi più gravi, da nevralgie post-erpetiche persistenti.
Altre condizioni neurologiche, come la sclerosi multipla o i tumori che coinvolgono le strutture nervose del volto, possono determinare sintomi di parestesia labiale. In presenza di segni associati, come difficoltà motorie o alterazioni visive, è essenziale una valutazione specialistica approfondita per escludere patologie più gravi.
Anche l’uso prolungato di alcuni farmaci, in particolare quelli che influenzano il sistema nervoso centrale o periferico, può indurre effetti collaterali come parestesie. In questi casi, il medico può valutare la sospensione o la sostituzione del farmaco per alleviare i sintomi.
Infine, condizioni di stress o ansia possono scatenare sensazioni di formicolio al labbro, spesso correlate a iperventilazione o tensione muscolare. Questi episodi tendono a essere transitori e si risolvono con tecniche di rilassamento o trattamenti mirati per il controllo dello stress.
Individuare la causa specifica della parestesia del labbro è cruciale per intraprendere il trattamento più adeguato. In alcuni casi, il recupero è spontaneo, mentre in altri possono essere necessarie terapie farmacologiche, fisioterapia o interventi chirurgici per ripristinare la normale sensibilità della zona colpita.
Quando si può chiedere un risarcimento per parestesia del labbro?
Il paziente ha diritto a un risarcimento quando la parestesia è il risultato di un errore medico dimostrabile. Per poter avanzare una richiesta di indennizzo, è necessario provare che il danno sia stato causato da una condotta imperita, negligente o imprudente del dentista. Tra le situazioni più comuni che possono dare diritto a un risarcimento troviamo:
- Mancata informazione sui rischi dell’intervento e assenza di consenso informato adeguato.
- Esecuzione scorretta della procedura odontoiatrica.
- Errata diagnosi pre-operatoria che ha portato a una scelta chirurgica inappropriata.
- Mancata gestione delle complicanze post-operatorie.
Quali prove servono per ottenere un risarcimento da parestesia del labbro?
Ottenere un risarcimento per parestesia del labbro richiede una solida documentazione che dimostri il danno subito, la sua connessione con l’intervento odontoiatrico o chirurgico e la responsabilità del professionista coinvolto. La parestesia, ossia la perdita di sensibilità o la presenza di alterazioni della sensibilità nella zona interessata, può derivare da danni ai nervi causati durante procedure dentali invasive, come l’estrazione di denti del giudizio, impianti dentali o trattamenti endodontici. Per dimostrare la correlazione tra l’intervento e il danno subito, il paziente deve raccogliere prove medico-legali precise e dettagliate.
Il primo elemento essenziale è la cartella clinica del paziente. Questa documentazione fornisce un quadro dettagliato dello stato di salute orale prima dell’intervento e consente di valutare se la procedura sia stata eseguita seguendo le linee guida mediche. Il contenuto della cartella clinica deve includere le diagnosi precedenti, gli esami radiografici effettuati, il consenso informato firmato dal paziente e i dettagli tecnici dell’operazione eseguita. L’assenza di una cartella clinica adeguata può costituire una grave mancanza da parte del medico e rafforzare la posizione del paziente in sede legale.
Un altro elemento fondamentale è rappresentato dalle immagini radiografiche pre e post-operatorie, che possono dimostrare se vi sia stata una lesione diretta al nervo alveolare inferiore o al nervo mentoniero. Le radiografie panoramiche e le TAC dentali sono strumenti diagnostici chiave per individuare la posizione esatta delle strutture nervose rispetto all’area trattata. In alcuni casi, una TAC preoperatoria può evidenziare una vicinanza pericolosa tra la radice dentale e il nervo, mettendo in discussione la scelta terapeutica adottata dal dentista.
Il diario clinico del paziente rappresenta un’ulteriore prova a sostegno della richiesta di risarcimento. Annotare con precisione la data di insorgenza dei sintomi, la loro evoluzione nel tempo e il grado di disagio percepito permette di fornire una descrizione accurata del danno subito. Se la parestesia persiste per un periodo prolungato e impatta sulla qualità della vita, diventa un elemento determinante per dimostrare l’entità del danno biologico e morale subito.
La testimonianza di uno specialista in neurologia o chirurgia maxillo-facciale può avere un ruolo cruciale nella valutazione del danno. Una perizia medico-legale indipendente permette di stabilire il nesso causale tra l’intervento subito e la parestesia. L’esperto eseguirà test specifici sulla sensibilità della zona colpita, verificando la presenza di ipoestesia, disestesie o dolore neuropatico. Un referto medico dettagliato può costituire una prova chiave nel dimostrare che il danno non è un semplice effetto collaterale temporaneo, ma una condizione patologica permanente o a lungo termine.
Le testimonianze di altri pazienti o di professionisti del settore possono rafforzare la posizione del danneggiato, specialmente se emergono discrepanze nelle procedure adottate dal dentista o nel consenso informato rilasciato. Se il paziente non è stato avvertito adeguatamente dei rischi della procedura, potrebbe configurarsi una responsabilità per difetto di informazione. L’obbligo del consenso informato impone al medico di spiegare al paziente le possibili conseguenze dell’intervento, compresi i rischi di danno nervoso. La mancanza di un’informazione chiara può aggravare la posizione del professionista in sede giudiziaria.
Un altro elemento probatorio spesso trascurato riguarda le spese mediche sostenute dal paziente per trattamenti successivi volti a mitigare il danno. Fatture per visite specialistiche, terapie farmacologiche, fisioterapia e altri trattamenti per la riduzione dei sintomi costituiscono prove concrete del danno economico subito. Anche eventuali giorni di assenza dal lavoro dovuti alla condizione clinica possono essere quantificati economicamente e aggiunti alla richiesta risarcitoria.
Infine, la valutazione del danno esistenziale, ossia l’impatto che la parestesia ha avuto sulla vita quotidiana del paziente, può essere attestata tramite dichiarazioni personali e testimonianze di familiari o colleghi di lavoro. Se il danno ha comportato difficoltà nella comunicazione, nel consumo di cibi o in altre attività quotidiane, queste limitazioni devono essere documentate in modo dettagliato.
Raccogliere queste prove in modo sistematico e con il supporto di professionisti esperti aumenta significativamente le probabilità di ottenere un risarcimento adeguato, sia attraverso un accordo stragiudiziale che in sede di contenzioso legale.
Quanto si può ottenere come risarcimento per parestesia del labbro?
L’importo del risarcimento varia in base alla gravità della lesione e al suo impatto sulla qualità della vita del paziente. Secondo le tabelle del Tribunale di Milano del 2024, una parestesia permanente del labbro può comportare un indennizzo compreso tra 100.000 e 250.000 euro.
Esempi concreti:
- Nel 2023, un paziente ha ricevuto 180.000 euro per una parestesia permanente causata da un impianto dentale mal posizionato.
- Nel 2024, una donna ha ottenuto 220.000 euro per una lesione al nervo durante un’estrazione del dente del giudizio.
Perché affidarsi a un avvocato specializzato in risarcimenti per malasanità odontoiatrica?
Affrontare una causa per danni odontoiatrici richiede competenze specifiche in diritto sanitario e odontoiatria forense. Un avvocato specializzato sa come raccogliere le prove e dimostrare la responsabilità del dentista o della struttura sanitaria.
Le principali competenze di un avvocato esperto includono:
- Analisi dettagliata della cartella clinica e individuazione delle responsabilità mediche.
- Collaborazione con specialisti in neurologia e odontoiatria forense per dimostrare il danno subito.
- Esperienza nelle trattative con le compagnie assicurative per massimizzare il risarcimento.
- Conoscenza delle più recenti sentenze in materia di malasanità odontoiatrica.
Secondo il Ministero della Giustizia, nel 2024 il 76% delle cause per parestesia del labbro seguite da avvocati specializzati si è concluso con un risarcimento favorevole per il paziente.
Affidarsi a un professionista esperto è fondamentale per garantire il rispetto dei propri diritti. Chi ha subito un danno odontoiatrico non deve esitare: consultare un avvocato specializzato è il primo passo per ottenere giustizia e il giusto risarcimento.
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