L’elettrocardiogramma (ECG) è uno degli strumenti diagnostici più utilizzati in medicina d’urgenza, cardiologia e medicina generale. Serve a registrare l’attività elettrica del cuore, fornendo indicazioni fondamentali per individuare infarti in atto, aritmie, ischemie, pericarditi, scompensi o anomalie di conduzione.

Tuttavia, un errore nell’esecuzione o nell’interpretazione dell’ECG può comportare diagnosi errate o mancate, con conseguenze anche gravissime per il paziente: danni neurologici, arresto cardiaco, invalidità o morte. Se l’errore è riconducibile a negligenza, imperizia o superficialità del personale sanitario, si configura una responsabilità medica risarcibile.
Ma andiamo ora ad approfondire con gli avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità.
Quali sono le cause più comuni dell’errore nell’esecuzione di un ECG, quando imputabile a colpa medica?
L’elettrocardiogramma (ECG) è uno degli esami più diffusi e fondamentali in medicina, impiegato per diagnosticare patologie cardiache acute e croniche, dalle aritmie ai disturbi della conduzione, fino all’infarto miocardico acuto. Nonostante la sua apparente semplicità, l’ECG è un’indagine tecnica che richiede precisione nell’esecuzione, accuratezza nel posizionamento degli elettrodi e conoscenze per una corretta interpretazione. Un errore nella fase esecutiva può compromettere il tracciato e generare diagnosi errate, con conseguenze anche gravissime per il paziente. Quando questi errori derivano da negligenza, imperizia, fretta o formazione inadeguata, si configura una responsabilità professionale.
Una delle cause più comuni è l’errato posizionamento degli elettrodi precordiali. Gli elettrodi V1-V6 devono essere posizionati in punti precisi sul torace per rappresentare correttamente l’attività elettrica delle diverse porzioni del cuore. Un errore anche di pochi centimetri può alterare l’aspetto del tracciato, simulando o nascondendo segni di ischemia, ipertrofia o blocchi di branca. È particolarmente frequente la collocazione troppo alta o troppo bassa degli elettrodi V1 e V2, oppure l’inversione tra V4 e V5. Se chi esegue l’ECG non ha chiara la topografia toracica, l’esame può risultare inutilizzabile o peggio: ingannevole.
Anche l’inversione degli elettrodi degli arti è una fonte ricorrente di errore. Se i cavi rosso e giallo (braccio destro e sinistro) vengono scambiati, l’ECG può mostrare un’onda P negativa in DII, DI e aVF, simulando una ritmicità ectopica atriale o una deambulazione elettrica. L’inversione tra arti inferiori e superiori può perfino generare un tracciato che mima un infarto inferiore o uno stato elettrico bizzarro. Se l’errore non viene riconosciuto e il medico interpreta il tracciato come patologico, può essere avviato un iter diagnostico e terapeutico completamente inappropriato.
Un altro errore è la mancata preparazione della cute prima dell’applicazione degli elettrodi. Sudore, peli, creme o lozioni possono alterare la conducibilità e creare artefatti elettrici. Se la cute non viene detersa correttamente o se si applicano gli elettrodi su pelle umida o scivolosa, il segnale risulta disturbato da onde basculanti, rumore di fondo o interferenze. Questi artefatti possono mascherare completamente l’attività cardiaca o simulare tachiaritmie che in realtà non esistono.
L’uso di elettrodi riutilizzabili o consumabili deteriorati compromette la qualità del tracciato. Elettrodi troppo vecchi, secchi, mal conservati o già utilizzati possono produrre cattiva adesione o contatto discontinuo. Se l’operatore non verifica la qualità dei materiali o se utilizza elettrodi scaduti per mancanza di scorte, il risultato tecnico sarà inaffidabile, e la responsabilità ricadrà su chi ha ignorato la qualità del supporto.
Anche il paziente può contribuire involontariamente a un tracciato errato, se non viene istruito correttamente. Movimenti durante l’esame, contrazioni muscolari, tremori, tosse o semplicemente parlare possono introdurre artefatti. Ma è compito dell’operatore spiegare chiaramente la necessità dell’immobilità durante la registrazione. Se l’ECG viene eseguito senza rassicurare o posizionare adeguatamente il paziente, o in condizioni di disagio, la qualità dell’esame è inevitabilmente compromessa.
L’errore può essere anche tecnologico, ma solo se il malfunzionamento non è stato verificato preventivamente. Cavi danneggiati, macchine non tarate, stampanti difettose o sistemi software non aggiornati possono alterare il tracciato o generare distorsioni. Tuttavia, se non viene effettuato il controllo del materiale prima dell’uso o se vengono ignorati segnali di allarme della macchina, la colpa non è più del dispositivo, ma dell’operatore.
Un aspetto sottovalutato è la scelta del momento dell’esecuzione dell’ECG. In alcuni casi, l’esame viene effettuato troppo tardi, quando i sintomi acuti sono già passati, o troppo presto, prima che l’ischemia si manifesti elettricamente. Se il paziente presenta dolore toracico intermittente e il medico non programma un ECG durante o subito dopo l’episodio sintomatico, rischia di perdere informazioni fondamentali. In altri casi, il tracciato viene eseguito una sola volta, senza monitoraggio o registrazioni seriali, riducendo drasticamente il valore diagnostico.
Anche la fretta operativa contribuisce agli errori. Nei contesti di pronto soccorso o in reparti sovraffollati, l’ECG viene talvolta considerato una procedura “meccanica”, da eseguire rapidamente senza attenzione ai dettagli. Ma ogni passo saltato – dal corretto cablaggio alla lettura finale – è una possibile causa di danno clinico, perché può indurre a diagnosi errate, omissioni o trattamenti non necessari.
Quando l’errore nell’esecuzione dell’ECG non viene riconosciuto, si passa dalla negligenza tecnica al danno clinico. Un tracciato falsato può portare a diagnosi di infarto errato, a ricoveri non giustificati, a somministrazione di farmaci antitrombotici in pazienti sani, o al contrario, a dimissioni inappropriate di pazienti in pieno infarto. Il problema non è solo ciò che si vede, ma ciò che si crede di vedere. E in cardiologia, ciò che si crede determina ciò che si fa.
Dal punto di vista medico-legale, la responsabilità dell’esecuzione dell’ECG ricade sia sull’operatore tecnico, sia sul medico che ha la responsabilità dell’interpretazione. Se l’operatore ha posizionato male gli elettrodi, ma il medico ha firmato il referto senza leggere attentamente il tracciato, la colpa è condivisa. Allo stesso modo, se il medico sospetta un errore esecutivo ma non richiede la ripetizione dell’esame, agisce in modo negligente.
La documentazione dell’ECG deve essere completa, leggibile, firmata e conservata. Tracciati tagliati, mancanti, non archiviati o privi di dati identificativi non solo sono inutili sul piano clinico, ma non possono essere utilizzati in sede legale per dimostrare la correttezza delle cure. Ogni ECG è parte integrante della cartella clinica e deve essere trattato come documento ufficiale.
Anche la formazione del personale gioca un ruolo cruciale. Tecnici ECG, infermieri, medici: tutti devono ricevere un addestramento pratico continuo sull’esecuzione corretta del tracciato, sul riconoscimento degli errori e sulla gestione delle condizioni particolari. Un operatore non formato è una fonte costante di rischio.
In conclusione, l’errore nell’esecuzione dell’ECG non è mai un semplice errore tecnico. È un errore diagnostico potenziale, che può generare una catena di conseguenze pericolose, fino alla morte evitabile. Perché l’ECG è un atto medico, non solo un esame strumentale. Richiede tempo, cura e controllo. Ogni tracciato è una finestra sul cuore del paziente, ma solo se viene aperta con attenzione.
Ogni elettrodo fuori posto è un messaggio distorto. Ogni inversione non riconosciuta è un pericolo mascherato. Ogni stampa ignorata è una diagnosi perduta. E la medicina, nel suo gesto più semplice, può diventare fatale se perde la precisione. Un ECG fatto bene può salvare una vita. Uno fatto male, può spegnerla.
Quali sono le conseguenze di un errore nell’ECG?
Un errore nell’ECG può causare:
- Mancata diagnosi di infarto miocardico acuto, con ritardo nel trattamento salvavita;
- Errore nella valutazione delle aritmie, con rischio di arresto cardiaco;
- Scambio tra ischemia e pericardite, con trattamenti inadeguati;
- Trasferimento non urgente del paziente, anziché immediato in UTIC;
- Peggioramento clinico per mancate terapie tempestive (angioplastica, defibrillazione, farmaci);
- Invalidità permanente per danno cerebrale ipossico;
- Decesso del paziente, in casi estremi.
Quando si configura la responsabilità medica per errore nell’esecuzione di un ECG
La responsabilità medica per errore nell’esecuzione di un ECG si configura quando un tracciato elettrocardiografico viene eseguito in modo scorretto, interpretato in maniera superficiale, o non viene ripetuto in presenza di sintomi persistenti o peggioramento clinico, con conseguente ritardo nella diagnosi di patologie cardiache anche gravi. L’elettrocardiogramma è uno degli esami diagnostici più semplici, rapidi e diffusi in medicina, ma la sua efficacia dipende in modo assoluto dalla correttezza dell’esecuzione tecnica e dalla precisione dell’interpretazione. Un ECG sbagliato è come un semaforo che lampeggia nel colore sbagliato: non aiuta, confonde. E può far danni.
Gli errori più comuni riguardano il posizionamento errato degli elettrodi. Se gli elettrodi precordiali vengono applicati in sedi diverse da quelle standard, o se gli arti vengono scambiati (ad esempio invertendo braccio destro e sinistro), il tracciato può risultare falsato. In questi casi, l’ECG può simulare un infarto, un blocco di branca, una deviazione assiale o una tachicardia ventricolare inesistente. Oppure, ancora più grave, può nascondere un’alterazione reale, falsando la lettura e inducendo il medico a escludere una condizione potenzialmente letale. Quando la tecnica è sbagliata, il dato diventa inaffidabile, e l’intera decisione clinica poggia su un errore.
La responsabilità coinvolge in primo luogo l’operatore tecnico — spesso un infermiere o un assistente sanitario — che ha il compito di posizionare gli elettrodi e avviare il tracciato. La manovra deve essere eseguita seguendo una sequenza precisa, rispettando le posizioni toraciche e la simmetria. Se l’ECG viene effettuato con superficialità, senza verificare la corretta adesione degli elettrodi o se vengono utilizzati materiali difettosi o riutilizzati impropriamente, la qualità del tracciato risulta compromessa, e con essa la possibilità di fare una diagnosi tempestiva.
Un altro errore frequente è quello legato alla registrazione di artefatti. Movimenti del paziente, tremori, interferenze elettriche, cattivo contatto tra elettrodo e cute o errori nella calibrazione dell’apparecchio possono alterare significativamente il tracciato. Se l’ECG viene comunque validato e consegnato al medico senza una nota tecnica o senza una ripetizione correttiva, l’errore tecnico si trasforma immediatamente in errore clinico. Un tracciato illeggibile non dovrebbe mai essere interpretato come affidabile.
La responsabilità si estende anche al medico che valuta l’ECG. Se, pur di fronte a un tracciato dubbio, distorto o non compatibile con i sintomi del paziente, non richiede una nuova registrazione o non confronta il referto con il quadro clinico, la condotta risulta imprudente. L’ECG non è un referto statico, ma una fotografia istantanea, che deve essere letta in rapporto al contesto: dolore toracico, dispnea, sincope, palpitazioni, alterazioni pressorie o precedenti cardiaci. Quando il medico si fida di un ECG sbagliato più che del paziente che ha davanti, la medicina diventa cieca.
Un altro profilo critico riguarda l’omissione dell’ECG. Se un paziente entra in pronto soccorso con sintomi compatibili con una sindrome coronarica acuta, e l’elettrocardiogramma non viene eseguito entro i 10 minuti raccomandati dalle linee guida, o se viene rinviato perché i sintomi sembrano vaghi o atipici, il ritardo diagnostico può compromettere l’efficacia dell’intervento salvavita. In medicina d’urgenza, ogni minuto perso nella diagnosi di un infarto è tessuto cardiaco perso.
Particolarmente delicato è il caso dell’ECG normale ma sintomi persistenti. Ci sono condizioni cardiache — come l’infarto posteriore, l’infarto in fase iperacuta, alcune pericarditi o la dissezione aortica — che non sempre mostrano segni evidenti nel primo tracciato. In questi casi, se il medico non dispone un monitoraggio continuo, non ripete l’ECG o non affianca indagini ulteriori (come ecocardiogramma, enzimi cardiaci, TAC toracica), l’eccesso di fiducia nello strumento può risultare fatale.
Dal punto di vista medico-legale, la responsabilità si configura quando si dimostra che l’errore nell’ECG ha avuto un ruolo determinante nel ritardo diagnostico o nella scelta terapeutica sbagliata. Le perizie analizzano il tracciato originale, confrontano la qualità della registrazione, la posizione degli elettrodi, le note tecniche, la compatibilità con il quadro clinico e la tempestività della ripetizione. Se si dimostra che un ECG eseguito correttamente o interpretato con maggior attenzione avrebbe potuto condurre a un esito diverso, la colpa è pienamente configurabile.
Le conseguenze possono essere gravi: un infarto non trattato con rivascolarizzazione, un’embolia polmonare non identificata, una sindrome di Brugada non riconosciuta, un’aritmia sottovalutata, un blocco atrioventricolare non monitorato. Il danno biologico può andare dal semplice peggioramento dei sintomi fino alla morte improvvisa. E quando i familiari scoprono che un ECG era stato fatto ma era sbagliato, il dolore si trasforma in indignazione, perché l’esame era stato eseguito, ma non ha protetto nessuno.
La responsabilità può riguardare anche la formazione del personale. Se l’operatore non è adeguatamente formato, se non conosce i criteri tecnici di posizionamento, se non è in grado di riconoscere un tracciato falsato da artefatti, la colpa non è solo individuale, ma della struttura che non ha previsto un’adeguata formazione continua. Un ECG mal eseguito è un errore che nasce dalla fretta, dalla distrazione o dall’ignoranza tecnica: tutte cause prevenibili con l’organizzazione.
In sanità, gli strumenti non sono mai neutrali. Ogni dato che si registra, ogni parametro che si rileva, ha un valore solo se è affidabile. Un ECG non è una formalità: è una finestra sul cuore. E se quella finestra è sporca, distorta o mal costruita, tutto quello che si decide dopo è contaminato dall’errore. E quando quell’errore costa una vita, la responsabilità non può essere ridotta a una svista tecnica. È un dovere violato, ed è giusto che venga riconosciuto.
Quali sono le normative di riferimento?
- Legge Gelli-Bianco (Legge n. 24/2017), che regola la responsabilità sanitaria e la sicurezza delle cure;
- Art. 2043 Codice Civile, per danno ingiusto derivante da fatto illecito;
- Art. 1218 e 1228 Codice Civile, per responsabilità contrattuale della struttura e dei sanitari;
- Art. 2236 Codice Civile, per colpa grave in ambito tecnico-specialistico;
- Art. 590 e 589 Codice Penale, per lesioni personali o omicidio colposo da errore medico.
Quali sono gli esempi di risarcimento riconosciuto?
- ECG eseguito con elettrodi invertiti, infarto non rilevato e morte del paziente: risarcimento agli eredi di 1.700.000 euro;
- Tracciato anomalo ignorato da medico di guardia, paziente sopravvissuto con encefalopatia ipossica: risarcimento di 1.500.000 euro;
- Paziente con dolore toracico dimesso senza ECG, deceduto per infarto: risarcimento di 1.800.000 euro;
- Aritmia non identificata per errore nella lettura dell’ECG, con arresto cardiaco: risarcimento di 1.400.000 euro.
A chi rivolgersi per ottenere un risarcimento?
Se hai subito danni gravi, invalidità o un tuo familiare è deceduto per un errore legato a un ECG mal eseguito o mal interpretato, è fondamentale:
- Rivolgerti a un avvocato esperto in responsabilità medica e casi cardiologici;
- Richiedere una perizia medico-legale, con l’analisi del tracciato ECG, della cartella clinica e della condotta del personale sanitario;
- Dimostrare il nesso causale tra l’errore diagnostico e il danno;
- Avviare un’azione legale per ottenere il risarcimento del danno biologico, morale, esistenziale e patrimoniale.
Gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità operano con medici legali, cardiologi e periti forensi, garantendo una tutela tecnica, completa e personalizzata.
Conclusione
Un ECG è un esame semplice, ma può salvare la vita. Se viene eseguito o interpretato in modo errato, le conseguenze possono essere devastanti. Quando ciò accade per colpa medica, il paziente non deve rimanere solo.
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